testi critici

Remo Politeo
Testo per la mostra personale “"Unhappy birthday", marzo 2007
Spazio Feltrinelli, Udine

Parlando con l'autore e scorrendo lo sguardo sugli ultimi lavori, alcuni recentissimi altri già esposti, si percepisce un progetto ambizioso ed articolato ma perseguito seguendo più l'istinto e la sensibilità che una ricerca metodica dettata dalla ragione.
La pittura di A.Ghirardello in questi ultimi anni è il luogo che ri-vela o svela gli arcani del dio saturnino, attraverso una tecnica personalmente approfondita di continue sovrapposizioni di velature ad acquarello e tempera bianca su diversi supporti.
La riflessione ruota intorno al tema del tempo ma, a ben vedere, lo sguardo dell'autore spazia su diverse coordinate dove la figura umana è comunque sempre protagonista.
Nelle "Epifanie", vere e proprie apparizioni provenienti dal passato individuale e collettivo, si presentano scene di vita quotidiana e familiare spesso tratte da vecchie polaroid che, nella traduzione pittorica, acquistano la dimensione di flashback rievocando nodi relazionali ed esistenziali.
E' il caso di "Unhappy birthday", dove lo spettatore ha modo di tessere la sua trama di relazioni esistenti tra i personaggi come di fronte ad una specie di psicodramma tanto meticoloso nella resa quanto effimero nella durata temporale.
Nella serie delle "Epifanie 1968" si attua un rapporto dialettico tra pubblico ( il '68 esplicitato dal titolo rimanda alla sua valenza politica e sociale) ed un privato fatto di compleanni nel tinello, col vestito della festa, in posa davanti a torte e pasticcini.
Come scrive F. Agostinelli in Juliet n.112 Aprile-Maggio 2005 (Ghirardello) risale al vissuto infantile e lo connette alla sua, alla nostra generazione.
Quella del boom economico, della prima automobile, delle vacanze al mare e delle feste di compleanno con la torta fatta in casa e il vestito buono. Cucito.
Un vissuto personale e generazionale riesumato attraverso l'immagine fotografica degli album di famiglia. Dove siamo tutti in posa, nella stessa posa con la stessa inquadratura."
Sotto il nome di "Permanenze" troviamo esposti una serie di ritratti di parenti e amici quasi tutti effigiati su una doppia scansione temporale sottolineata dal titolo che riporta freddamente le date delle età.
Lo spettatore è indotto ad un continuo spostamento di sguardo, divenendo testimone impotente del processo di corruzione e disfacimento che si manifesta sotto i suoi occhi.
Il presente, che di solito è il tempo coniugato dal ritratto, qui si dilata avvicinandosi al concetto di "durata".
Sono volti attoniti e vuoti perchè colti dal flash dei box da foto¬tessera, volutamente privati del loro contesto e, di conseguenza, consegnati ad una pemanenza momentanea; sono pure apparizioni di fenomeni a distanza di tempo avvolti da un bianco che li rende reticenti e velati da un pattern traslucido e cangiante che li allontana agli occhi dell'osservatore.
"Mutazioni" è il terzo gruppo di lavori presentati dall'artista: visi sfocati e sdoppiati in un'inquieta ricerca di ri-definizione, fantasmi in continua metamorfosi, volti "sfasciati" da un bianco invadente.
Uno sguardo su ipotetici scenari di un futuro tra l'ossessione tutta contemporanea per le mutazioni genetiche e la chirurgia estetica.

Remo Politeo