testi critici

Roberto Vidali
Bianco, memorie e altri ritratti, novembre 2006
Intervista pubblicata su "Network Caffè" n.104

Aldo Ghirardello è un giovane pittore che abitualmente passa le sue giornate nel suo studio a Udine una città che per quanto riguarda la contemporaneità, gli stimoli culturali, occasioni d'incontro ha bel poco da offrire. Di questo suo vivere ai confini ne parliamo di fronte a un bicchiere di rosso in una osteria della bella piazza S.Giacomo in pieno centro.

Qual'è la tua formazione?
La mia formazione culturale risale agli anni ottanta quando, dopo aver frequentato l'istituto d'arte della città con l'entusiasmo di un giovane che si appassiona all'arte in tutte le sue forme e manifestazioni decide di laurearsi al DAMS a Bologna.
Una città e una facoltà, quelle di Bologna, che come stimoli culturali avevano sicuramente molto da offrire.
Lì, le indicazioni tecnico-teoriche che avevo ricevuto da insegnanti che anno saputo valorizzare la mia sensibilità artistica ( Aulo, Baldan, Lucatello... ) potevano costituire la base su cui poi elaborare una cultura specificatamente artistica per lo meno in senso teorico ma non solo.
Durante gli anni dell'università non ho mai smesso di dipingere attratto come molti altri del resto, dal recupero della pittura dopo decenni di concettualismi.
In questo periodo risale la mia collaborazione con la galleria Falaschi la conseguente partecipazione all'Arte Fiera la conoscenza di artisti e critici di rilievo tra cui Italo Mussa., Luigi Meneghelli.
Ero molto giovane forse troppo per saper gestire in modo intelligente questi stimoli culturali pensavo soprattutto a dipingere a studiare ad imparare con grande passione.
A Bologna ricordo che rimasi folgorato e affascinato da una figura interessantissima e appassionante quale era Francesca Alinovi con il suo look stravagante e anticonvenzionale un modo di vivere "dada" che purtroppo le costò molto caro.
In regione trovai un sensibile interprete di quella mia prima produzione in Luciano Perissinotto col suo linguaggio elegante e attento e pacato.
Un periodo fertile e significativo quello bolognese le mie giornate si alternavano tra le belle lezioni di "Psicologia delle Arti" di Alessandro Serra visite a mostre più innovative e interminabili discussioni con amici tra i locali intorno piazza Maggiore...
Dopo la laurea che mi ha concesso di diventare un insegnante di Educazione Artistica e ora di Storia dell'Arte si aprono altri capitoli e collaborazioni ma sarebbe troppo lungo elencarli e comunque fanno parte delle mia storia più recente e più nota.

Tu abitualmente vivi a Udine come passi le tue giornate?
Oggi le mie giornate trascorrono tra l'insegnamento, la pittura, gli amici.
Udine è una città tranquilla la considero il prolungamento della mia piccola casa-studio spesso mi siedo qui in piazza e come in ogni cittadina di provincia non serve nemmeno darsi appuntamento tanto qualcuno che conosci passa di sicuro.... Rassicurante non trovi?

Ma l'ambiente non ti pare un po' asfittico per la ricerca?
Infatti la controparte di quanto di dicevo è l'appiattimento culturale, la mancanza di una reale valorizzazione degli artisti locali, un asfittico attaccamento alle tradizioni (io non sono friulano) la mancanza di una cultura artistica adeguata, pochi collezionisti attenti anche se negli ultimi anni qualcosa è cambiato e bla e bla bla...
In questo senso cerco di passare ai miei studenti l'amore per la "bellezza che incanta" come arma contro la noia e l'omologazione imperanti... spero di riuscirci!
Per il resto del tempo dipingo, di solito lo faccio giornalmente è una sorta di esercizio interiore da condurre da soli con quel necessario distacco nei confronti delle cose del mondo.
Qualcuno ha detto che o vivi nel mondo o dipingi (oppure scrivi , suoni è lo stesso) e io sono d'accordo su questo, il lavoro dell'artista è un lavoro individuale solitario che tende a valorizzare la tua personalità, come
dice Schopenhaur "La personalità è la felicità più alta"... e forse è anche per questo che non mi pesa vivere in questa città i viaggi che intraprendo sono soprattutto interiori, autoreferenziali cosa vuoi ognuno ha le sue manie....

Riguardo al tuo lavoro, come procede la tua ricerca; da quali basi, verso quali obiettivi?
Ultimamente lavoro sul ritratto. Ritraggo amici, parenti, conoscenti spesso in due momenti diversi della vita partendo da foto tessere.
Una visione diacronica del ritratto. Mi piace che lo sguardo del fruitore passi da un'immagine all'altra colmando con la propria sensibilità il vuoto che c'è in mezzo.
Si tratta di un ragionamento sul tempo e il disfacimento che comporta.
Le velature bianche e la decorazione traslucida allontanano i soggetti consegnandoli ad una specie di limbo.
Altre volte lavoro sul cambiamento di identità lo stesso soggetto passa dal maschile al femminile qui si innestano riflessioni più contemporanee sulla riproducibilità e artificialità del corpo oltre che sull'uso della chirurgia estetica e l'ossessione della bellezza omologante.

C'è forse nascosta la volontà ( inconfessata)do scantonare la ritrattistica d'esordio del grande Gerard Richter? Di procedere oltre scavalcando le radici classiche?
Ti sembrerà strano ma Richter non è stato un punto di riferimento o un modello per il mio lavoro.
Mi pare che troppo spesso quando ci si trova di fronte ad un autore che lavora in modo particolareggiato e attento sulla figura umana si faccia riferimento a questo grande maestro. Un modo superficiale e distratto di intendere la pittura.
Trovo che il pubblico, anche quello che dovrebbe essere più preparato, oggi si accontenti di uno sguardo esteriore piuttosto che impegnarsi a leggere attentamente quello che ha di fronte.
Scavalcare la radice classica? Direi il contrario, vado alla radice della classicità, trovo infatti che questa mia ultima pittura fatta di ombre e passaggi chiaroscurali molto delicati si avvicini al mito greco dell'origine della pittura come: "proiezione di ombre"...

Progetti per il futuro?
Sono aperto a qualsiasi collaborazione, non a caso assieme al gruppo LA BA DI _NI# (Fabrizio Zamero, Barbara Stimoli e Alessandro Rizzi) mi occupo volentieri di performance (ne abbiamo già presentate alcune) ma ammetto che vorrei progettare una bella mostra antologica in qualche bel posto in regione....
Mah vedremo! Cercasi sponsor disperatamente!