testi critici

Sabrina Zannier
Aldo Ghirardello Castello di Colloredo di Montalbano (UD), ottobre/novembre 1997
In Flash Art n.119

Dipinti sospesi tra sacro e profano, in cui la simbologia legata all'iconografia religiosa è passata al vaglio dell'immaginario collettivo contemporaneo. Le teste dei Santi dell'udinese Ghirardello sono sospese in un'aura metafisica: annunciano una dimensione sovrumana nella quale le trasformazioni dell'uomo sono dettate dal potenziamento delle sue capacità fisiche e, prima ancora, sensoriali.
Aspetto che corre parallelo a quello della sfera divina e santifica, ma annuncia un superlativo che trova la sua potenziale concretizzazione nelle previsioni scientifiche.
Domina la connessione, il prelievo, il meticciaggio di segni e allusioni, prima di tutto annunciato nella texture della superficie dei grandi dipinti: una sorta di piano punteggiato, che sui fondali blu oltremare ammicca all'universo delle guerre stellari o dei viaggi satellitari. In realtà il riferimento corre all'ambito domestico, alla carta da parati di certe abitazioni del passato, a tovaglie o centrini di plastica. Nell'apporre questo schermo l’artista introduce anche una cosciente componente ironica, che appare in tutta la sua forza critica proprio perché appoggiata a elementi di facile riconoscibilità. Se le figure dei suoi dipinti si rifanno blandamente agli stilemi di certa pittura del passato, la texture della superficie le vela e inabissa. Appaiono così come fantomatiche apparizioni che pongono l’osservatore in uno stato d'animo a metà strada fra la dolcezza consolatoria di un passato riconoscibile e la tensione emotiva dettata da un’ambiguità irrisoria.

Sabrina Zannier